L’animatrice: segno e profezia di comunione
Roma 2 – 5 febbraio 2015, si è appena concluso il convegno, organizzato dalla CII, per neo-direttrici; i tre giorni hanno avuto inizio nella Basilica di S. Paolo Fuori le mura per poi proseguire nella casa S. Cuore, via Morrone (FMA) vicino a casa Generalizia.
Il tema: “L’animatrice: segno e profezia di comunione” vuol essere un invito a rinnovare, nell’anno della vita consacrata, il dono della propria fedeltà a Dio e un incentivo ad assumere il vero stile di animazione e di governo, per una forma di collaborazione attiva che garantisca una gestione partecipata e la coesione dell’intera comunità.
Il convegno nasce dal desiderio di porre l’attenzione sul ruolo specifico dell’animatrice di comunità che deve accompagnare le sorelle verso un futuro ricco di speranza, promuovendo il senso di corresponsabilità e consolidando i vincoli di comunione e di appartenenza alla Chiesa e all’Istituto.
Gli obiettivi del Convegno pertanto sono stati:
1. comprendere, attraverso l’ascolto della Parola, l’importanza di dialogare con Dio e intercedere per la comunione e la fraternità
2. attualizzare lo stile carismatico nel ruolo di governo e animazione della leadership
3. potenziare la maturità umana di una “donna” chiamata ad essere segno e profezia in comunione con le sorelle
Il primo momento del convegno è stato una sollecitazione a narrare l’esperienza vissuta.
La Madre Generale, Sr. Yvonne Reungoat, con la sua grande ricchezza umana e capacità relazionale di cui è ricolma, ha invitato le partecipanti a riflettere sui valori essenziali dell’animazione e sullo stile di governo, cui obiettivo è quello di aiutare la comunità , attraverso il dialogo costante, l’ascolto e la condivisione, a crescere sempre più nell’amore verso Dio e verso le sorelle. E ancora una volta non è mancato il prezioso contributo di alcune Madri che alla fine della serata hanno dato la tradizionbale Buona Notte.
Particolarmente stimolanti le riflessioni sulla Lectio divina della Prof. Suor Ko Ha Fong fma, docente presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione – Auxilium, Roma – dal titolo: “Il mio volto cammina con voi”, Lectio su Es 33,12-17.
La suora salesiana si è soffermata su due parole-chiave: un sostantivo e un verbo: volto e camminare.
Il volto – ha detto – ci distingue e ci fa riconoscere dagli altri, esso esprime i nostri stati d’animo, i nostri pensieri più profondi. Aneliamo alla luce del volto di Dio, cerchiamo il volto di Dio, abbiamo sete del volto di Dio.
Dio cammina con il suo popolo e il nostro CG23 – ha detto – ha accolto come icona biblica di guida il cammino dei discepoli di Emmaus. Il volto misterioso di Gesù cammina in mezzo a loro, un volto che accende “gioia e speranza” appena riconosciuto.
La Lectio divina è stato un momento intenso di preghiera e di meditazione che ha nutrito “la fede e la speranza, così come la stima e la fiducia reciproca (dei presenti), favorendo la riconciliazione e alimentando la solidarietà fraterna nella preghiera”.
Stevani Milena, docente emerito della Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione – Auxilum, Roma – si è soffermata sull’attuale crisi di valori e istituzioni; crisi di autorevolezza per le modalità di esercizio dell’autorità.
Tra gli spunti di riflessione:
1. L’urgenza di essere credibili e di saper animare in costante autoformazione per poter “camminare insieme” con le sorelle.
2. L’esigenza, di essere una donna in un atteggiamento di costante ascolto e dialogo con Dio, previa conoscenza e accettazione realistica di sé.
3. La necessità di essere una donna disponibile agli altri
Suor Stevani Milena ha presentato, poi, alcune linee orientative per il cammino di comunione:
– Saper richiamare, nei momenti critici, alcuni principi di crescita personale
– Essere consapevole di alcuni aspetti del processo di comunicazione
– Saper dare fiducia evitando atteggiamenti valutativi
– Imparare a rispettare la persona
– Imparare ad ascoltare
– Imparare a comunicare in modo adeguato
– Alcune semplici indicazioni per rafforzare l’impegno di ogni sorella
“Il servizio dell’autorità sarà tanto più efficace quanto più essa è capace di fare in modo che le decisioni importanti si impongono come frutto di una volontà comune, affinché tutti partecipino al discernimento del piano di Dio per la comunità. Ognuno deve perciò animare, risvegliare le energie dell’altro, favorire un dinamismo comunitario per dar corpo al progetto comune”.