La società dell’allegria
A Chieri (TO) il giovane Giovanni Bosco ha dato vita alla società dell’allegria. Per questo una bella tradizione prevede ogni anno la festa della società dell’allegria nell’Istituto Santa Teresa che si trova a pochi passi dal punto in cui la società è nata.
L’anno del bicentenario però si è pensato di far diventare la festa della società dell’allegria un evento cittadino. Gli ingredienti di questa festa sono quelli del cuore oratoriano…
Cuore oratoriano è contagiare tutti con il carisma, l’ideale, il sogno, il progetto di Don Bosco: alle riunioni organizzative della festa della società dell’allegria ci sono i rappresentanti degli oratori, del comune, dei genitori, delle scuole. Una rete efficace ed appassionata con un unico grande obiettivo: far vivere alla gente di Chieri e in particolare ai bambini e ai ragazzi, un’esperienza di festa, di allegria, di incontro.
Cuore oratoriano è credere nella forza del gioco e del divertimento come luogo di incontro che aiuta a crescere e ad amare la vita: elemento fondamentale della festa della società dell’allegria sono gli stand organizzati con i giochi di una volta, per appassionare tutti con semplicità. La via di fronte al comune è stata chiusa al traffico ed è diventata un grande parco di divertimenti. Ad ogni stand animatori entusiasti e capaci accolgono chi vuole giocare, mentre dal palco, montato proprio in mezzo alla strada, c’è chi invita a ballare, a cantare, a muoversi e la musica tocca il cuore….
Cuore oratoriano è spirito di famiglia, fraternità semplice, incontro: momento speciale è la pastasciutta preparata per tutti (mille persone) da papà e nonni che per un giorno diventano i signori della cucina delle suore… sono gli stessi che fin dal mattino hanno aiutato trasportando, montando, allestendo… pranzo con le famiglie a base di pane salame e buon vino e poi insieme in cucina. Non è solamente la mensa ad unire i cuori, molto preziosa è anche la collaborazione nel cucinare e preparare i vari piatti…. Si respira una certa aria, ci si sente sereni, momenti di paradiso!
Cuore oratoriano è… il cuore di Don Bosco: sulla via principale, trasformata in un grande parco giochi, si affaccia il Caffè Pianta. Volontari diventati ormai esperte guide, fanno rivivere la storia, le emozioni e le sensazioni di Giovanni Bosco adolescente, alle prese con il desiderio grande di studiare e imparare tante cose in un tempo di povertà e fatica… “qui la notte si rannicchiava e prima di tentare di dormire, nonostante l’umidità forte come ora e la scomodità, dedicava tempo allo studio e alla lettura, al lume della candela…”. Poco più avanti piazza Cavour: “qui è nata la società dell’allegria! Questa era la chiesa dei Gesuiti in cui Giovanni veniva per il catechismo e la preghiera… Quello era l’albergo del muletto dove Giovanni ha mangiato con i suoi amici dopo le quattro gare vinte con il saltimbanco”. Si calpesta il selciato su cui camminò Giovanni, si respira la stessa aria, si contempla il panorama che Giovanni Bosco osservava… certamente Don Bosco è qui…
Cuore oratoriano è un cuore che prega: tutto termina con la processione dell’Ausiliatrice dalla casa Santa Teresa delle Figlie di Maria Ausiliatrice fino alla casa San Luigi dei Salesiani, passando attraverso il duomo con la Madonna delle Grazie (Giovanni Bosco fece una novena alla Madonna delle Grazie per chiedere aiuto nel discernimento della sua vocazione) i bambini e i ragazzi tengono striscioni con invocazioni e lodi a Maria. Tutto viene raccolto nella preghiera. Maria ci ripete “fate quello che vi dice Gesù”. Anche oggi ti chiediamo: “Nostro aiuto prega per noi!”.
È notte. Ci si ritrova per ritirare le ultime cose, riordinare e pulire, i bambini hanno ancora la forza di correre. Gli adulti sentono un po’ di stanchezza, ma tutti: genitori, insegnanti, animatori, sacerdoti, suore, exallievi ed exallieve tutti sono concordi: ne valeva la pena. Ciascuno sente di aver partecipato alla costruzione di qualcosa di bello, non lo si sa definire, se ne sente la bellezza, se ne percepisce il valore, se ne gusta il sapore, se ne respira il profumo… ci si sente avvolti nel suo abbraccio: è il cuore oratoriano.