2015: Anno dedicato alla Vita Consacrata
Il 30 novembre 2014, prima domenica d’Avvento, sarà inaugurato ufficialmente l’anno dedicato alla Vita consacrata, indetto da Papa Francesco. Tempo di grazia per Chiesa e soprattutto per coloro che hanno donato la loro vita interamente a Dio.
L’evento si colloca nel contesto delle celebrazioni per il 50° anniversario del Concilio Vaticano II, in particolare della Costituzione dogmatica Lumen Gentium e del Decreto Perfectae caritatis sul rinnovamento della Vita Consacrata (21 novembre 1965-2015).
Il dicastero ha messo a punto un calendario delle iniziative per il 2015. Ad illustrarlo è lo stesso Prefetto della Congregazione:
30 Novembre 2014, prima domenica d’Avvento, apertura ufficiale dell’anno dedicato alla Vita consacrata.
2 Febbraio 2016, chiusura ufficiale.
Dal 22 al 24 gennaio 2015, durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Convegno ecumenico con consacrati e consacrate di altre Chiese.
Dall’8 all’11 Aprile, Convegno per formatori, per approfondire i criteri che provengono da una spiritualità di comunione.
Dal 23 al 26 settembre, Convegno per le giovani e i giovani consacrati.
Dal 18 al 21 novembre, Convegno per la Vita monastica. Saranno invitati le presidenti delle Federazioni di tutti gli Ordini. Nella stessa data, Convegno per le Società di Vita apostolica e per l’Ordo Virginum.
Dal 28 gennaio al 1 febbraio 2016, Simposio Teologico sulla Vita consacrata.
2 febbraio 2016, chiusura ufficiale.
L’opera incessante dello Spirito Santo in questi 50 anni di Concilio ha portato una ventata di rinnovamento alla vita religiosa e agli istituti di vita consacrata che non hanno mai smesso di ‘vivere la Profezia della vita conforme al Vangelo’, nei ‘crocevia del mondo’, di proclamare la loro “fedeltà a Dio, alla Chiesa, al proprio carisma e all’uomo di oggi” (cf. PC 2), nonostante le difficoltà e le fatiche del cammino.
Papa Francesco nell’angelus del 2 febbraio 2014 aveva affermato che “tutti siamo chiamati a offrirci al Padre con Gesù” attraverso un dono costante e generoso della nostra vita, al fine di testimoniare, con l’esercizio delle opere di misericordia, la nostra totale appartenenza a Dio nella Chiesa, nella società, nella famiglia e nel lavoro. Ma è attraverso la professione dei voti, che i religiosi, i monaci e i laici consacrati, si consegnano a Dio in “modo pieno ed esclusivo”. La configurazione al Signore Gesù e alla sua totale oblazione è il fine di ogni persona consacrata che è chiamata ad assumere “i sentimenti e la forma di vita, il modo di pensare e di agire, di essere e di amare” di Cristo.
Chiamati, per vocazione, ad essere “segno di Dio” nei solchi della sfiducia e della disperazione, a portare la “luce di Cristo là dove più fitte sono le tenebre”, a essere fermento di vita, di riconciliazione e di pace in realtà sempre più disumanizzanti per l’uomo del nostro tempo, i consacrati sono profeti di “condivisione con i piccoli e i poveri”, “icone viventi” della bontà di Dio “tre volte santo” – ha detto ancora il Papa, testimoni del Cristo povero, umile e casto, che annunciano agli altri “quel che hanno udito, quel che hanno veduto con i loro occhi, quel che hanno contemplato e che le loro mani hanno toccato… ossia il Verbo della vita” (1 Giov. 1:1-3).
“Testimonianza è, prima di tutto, risplendere, riprodurre Cristo intorno a noi: nel nostro cammino, nelle nostre attitudini, nella nostra condotta, nelle nostre parole, in tutta la nostra personalità”.
I religiosi in funzione della loro vocazione “educano, collaborano ad evangelizzare” e sono chiamati a rivelare il Volto del Dio Amore che nel cuore dell’uomo ha posto la sua dimora.
E quale sarebbe il destino del mondo senza i consacrati: “dono prezioso per la Chiesa e per il mondo” – ha detto ancora il Papa? I consacrati sono la linfa sempre viva e sempre nuova che alimenta la Chiesa, che dà slancio e accende una speranza che non elude, che porta “l’umanesimo delle beatitudini nel campo dell’educazione”, che rivela la vicinanza tenera e compassionevole di Dio nella famiglia e nelle relazioni sociali, nella vita di ogni essere umano – “che abita nel caos di una metropoli o tra le tende di un campo profughi”, e lo fa attraverso “la pazienza del dialogo” e la forza e la perseveranza della fede.
Ed ecco come si espresso il card. João Braz de Aviz a conclusione della conferenza stampa di presentazione dell’anno dedicato alla vita consacrata del 3 gennaio 2014:
“L’Anno della vita consacrata sarà un momento importante per “evangelizzare” la propria vocazione e testimoniare la bellezza della sequela Christi nelle molteplici forme in cui si esprime la nostra vita. I consacrati raccolgono il testimone lasciato loro dai rispettivi fondatori e fondatrici. Spinti anche dal Papa Francesco, in questo Anno vogliono «svegliare il mondo» con la loro testimonianza profetica, particolarmente con la loro presenza nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, come il Papa Francesco ha chiesto ai Superiori generali.
I consacrati e le consacrate sono coscienti che, oltre a raccontare la grande storia che hanno scritto nel passato, sono chiamati a scrivere una non meno bella e grande storia nel futuro (cf. VC 110). Tutto questo porterà i religiosi e i consacrati a continuare il rinnovamento proposto dal Concilio, potenziando la loro relazione con il Signore, la vita fraterna in comunità, la missione, e curando una formazione adeguate alle sfide del nostro tempo, in modo da «riproporre con coraggio» e con «fedeltà dinamica» e creativa (cf. VC 37) l’esperienza dei loro fondatori e fondatrici”.