La famiglia al centro del sinodo ordinario dei Vescovi
Papa Francesco ha aperto ufficialmente il Sinodo ordinario dei vescovi dedicato alla famiglia, che dal 4 al 25 ottobre affronterà il tema: «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa nel mondo contemporaneo». “Instrumentum laboris” è il documento di lavoro di base che è stato preparato in vista della XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Sabato 3 ottobre a Roma in Piazza San Pietro il Papa ha invitato tutti a pregare perché il Sinodo «sappia ricondurre a un’immagine compiuta di uomo l’esperienza coniugale e familiare; riconosca, valorizzi e proponga quanto in essa c’è di bello, di buono e di santo; abbracci le situazioni di vulnerabilità, che la mettono alla prova».
Il Sinodo sulla famiglia – ha ricordato ancora il Santo Padre – «non è un parlamento, dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi», ma «l’unico metodo del sinodo è quello di aprirsi allo Spirito santo con coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa». E’ un momento di grazia, un percorso solidale di una Chiesa viva e dinamica che cammina insieme al suo popolo per affrontare, con il cuore di Dio e in fedeltà al “deposito della fede” che nutre e illumina il “deposito della vita”, le grandi sfide del nostro tempo.
Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, nel suo intervento ha sottolineato che non ci troviamo di fronte ad un Sinodo dottrinale ma pastorale che intende accompagnare e prendersi cura delle famiglie attraverso nuove vie di approccio, affinché la Chiesa sia «più vicina alle donne e agli uomini del suo tempo».
Tre sono le linee guida che scandiranno i lavori sinodali – ha detto Monsignor Péter Erdő, (attuale arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest):
1. l’ascolto delle sfide sulla famiglia;
2. il discernimento della vocazione familiare;
3. la missione della famiglia oggi.
In un contesto storico e sociale fatto di luci e di ombre e, dove spesso prevale il conflitto tra un’etica permissiva ed un’etica di valori, la famiglia è una stella che brilla di luce propria, un’icona di forza interiore in virtù dei legami profondi di comunione e dello “stile sobrio dei suoi membri”. E’ il modello di «un rapporto solido e fecondo di amore: nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà, nella buona e nella cattiva sorte» – ha detto il Papa.
A volte non riusciamo a cogliere l’importanza della famiglia nella sua espressione più alta e compiuta di umanità, in grado di generare la vita e di dare la vita, affinché anche gli altri, a loro volta, si facciano “la tenerezza grembo” di Dio amore: un amore che redime, nutre e dà sapore alla vita di relazioni. Di riconoscere la centralità del suo ruolo in seno alla Chiesa e alla società in quanto scuola di amore misericordioso e di vita.
E’ la famiglia che «ci salva dalla frammentazione e dalla massificazione», aveva detto il Papa nell’incontro delle famiglie a Cuba. In casa, in famiglia, impariamo la fraternità, la solidarietà e l’accoglienza; impariamo a perdonarci. «Senza famiglia, senza il calore di casa, la vita diventa vuota» e «cominciano a mancare le reti che ci sostengono nelle difficoltà». Per questo, pur non esistendo la «famiglia perfetta», non bisogna dimenticare che le famiglie «non sono un problema, sono prima di tutto un’opportunità».
La famiglia è la “buona notizia” da cui sempre ripartire; è una “casa aperta a chi è ferito e sofferente”, è il riconoscimento dell’intangibilità della dignità umana, in quanto “dono”, è il farsi carico della vita dell’altro, nel rispetto della sua libertà e nella valorizzazione della sua originalità.
La famiglia diventa – ha ancora detto il Pontefice – la “voce profetica” nella società, il compimento di un progetto di vita attraverso la testimonianza dell’amore, della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio.
Tra Chiesa e famiglia c’è uno “scambio di doni” e di esperienze. Una chiesa che ha bisogno di essere illuminata dalle famiglie che portano «il loro sogno, la voce della loro speranza, la gioia di ciò che attendono. Ma portano anche le loro fatiche, le loro sofferenze, che saranno ascoltate dai vescovi che provengono da tutte le latitudini del mondo». La famiglia, “piccola chiesa, chiesa domestica, santuario domestico della chiesa” come è stata definita dal Concilio è, a sua volta, “un modello per la grande Chiesa” attraverso la sua testimonianza di «comunione, di fecondità generosa, di unità e di fedeltà degli sposi e di amorevole cooperazione di tutti i suoi membri». E la famiglia, a sua volta, chiede alla Chiesa di essere riconosciuta come tale ed amata, di essere “luce”, al fine di testimoniare tutto il buono e il bello della vita che «è una grazia da ricevere; la risposta a una vocazione».
Nonostante i tanti segnali di crisi dell’istituto familiare, essa si colloca nella ‘logica dell’amore’ gratuito che è “logica di croce e resurrezione”.
La famiglia è un invito, dunque, a superare le istanze negative dell’egoismo e dell’isolamento. La famiglia è strumento di compassione e giustizia, è testimonianza di un «amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile (…) che non è “roba dell’antichità” – ha detto Papa Francesco – ma è quella piccola Chiesa domestica che “può rischiarare davvero la notte dell’uomo, additargli con credibilità la meta e condividerne i passi».
Calendario dei lavori – XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4 – 25 ottobre 2015)