Festa di Don Bosco 2015
Nel giorno della festa di Don Bosco ringraziamo Dio per il dono della sua vita: un “regalo del Padre alla Chiesa e al mondo”.
Siamo una “famiglia carismatica” che condivide lo stesso anelito di carità che ha spinto, te, don Bosco a farti tutto a tutto, a uscire dai confini della tua bella terra piemontese per raggiungere luoghi lontani e sconosciuti. La certezza che nella diversità nasce l’unità che si alimenta nella comune consacrazione battesimale, ci aiuti a essere come te, costruttori di vie di comunione.
Aiutaci a seguire le tue orme per approfondire la nostra specifica identità salesiana, al fine di “re incontrare e riscoprire in tutta la sua pienezza” la tua forza carismatica nell’oggi. Non vogliamo atteggiarci a super eroi che sanno fare tutto in maniera impeccabile ma essere donne e uomini di una fede fresca ed entusiasta che contagia nel segno della testimonianza evangelica. Aiutaci a “far carne e sangue” del nostro carisma salesiano, “il regalo che Dio, attraverso Te, Don Bosco, ha voluto fare alla Chiesa e al Mondo”.
Trapianta in noi il tuo “cuore pastorale”, il principio mobilitante del tuo essere e del tuo operare, la capacità di intravedere il futuro nel terreno del nostro oggi, ma sempre immersi nella “trama di Dio”. Trasmettici quell’afflato umano che si china sui disagi esistenziali dei nostri giovani per curare le loro ferite e dare alla loro ricerca “un amore più alto”.
Aiutaci a non seguire le mode di questo mondo, ma a maturare atteggiamenti di servizio e gratuità per “risvegliare nei giovani il senso di Dio, per animarli a vivere con mete alte”.
Come te vogliamo “stare con i giovani”, preoccupandoci di tutto ciò che essi amano, per ascoltare ‘i gridi’ della loro anima, ferita dalla violenza, dalle guerre, dalle turbe emotive, dalle delusioni familiari, dalla sofferenza di non essere ascoltati, amati, presi sul serio. Aiutarli a sognare per tenere alta la loro dignità e sperare in un domani che forse è a portata di mano e deve solo essere cercato, creduto, accolto”.
Aiutaci a sentire nelle nostre viscere, il fuoco della passione educativa che ti portava a incontrarti “col giovane a tu per tu credendo in lui, con la fiducia che in ciascuno c’è sempre un seme di bontà e del Regno, per aiutarlo a dare il meglio di stesso e avvicinarlo all’incontro del Signore Gesù”.
Donaci la tua ‘capacità speciale’ e ‘profetica’ di saper leggere i segni dei tempi e di dare un’impronta personale alle nostre azioni pastorali. Fa che guardiamo alla nostra storia senza lasciarci irretire dai fantasmi del passato, o avviluppati dall’ansia dei “cambiamenti rapidi e profondi “ che la società moderna c’impone, aiutaci, invece, a guardare la realtà con i tuoi stessi occhi di“storico di Dio”. A non esprimere giudizi sugli accadimenti e le persone ma piuttosto a cercare in essi i segni della presenza divina per custodire, nel segreto dei nostri cuori il tesoro prezioso che è l’amore di Dio per ciascuno di noi.
Donaci la tua “lucidità” per dare ai giovani risposte convincenti, perché scorgano le orme di Dio sulla sabbia del loro vissuto, e si lascino guidare nelle personali scelte di vita. Aiutaci a non essere fabbricatori di “soluzioni fatte”, ma persone di Dio capaci “di distinguere il permanente dal mutevole, senza estremismi”, affinché “ i giovani vedano in noi i credenti del ‘qui e ora’, gli uomini e le donne di oggi che possiedono una “capacità di mobilità e di adattamento”.
Aiutaci a essere una “casa aperta”, integrata nel tessuto sociale con una serie di proposte e iniziative educative che hanno come obiettivo quello di creare per i giovani un “focolare salesiano”. Aiutaci a non sentirci delle persone arrivate che sventolano i trofei delle proprie conquiste pastorali ma a vivere “in una salutare tensione, che si trasforma in ricerca, discernimento e presa di decisioni, che hanno da essere continuamente verificate, inserite nella preghiera e convalidate nella convivenza fraterna e nella prassi pastorale”.
Il nostro vanto siano le “periferie esistenziali”, i luoghi privilegiati d’incontro dei giovani e percorsi di maturazione della fede specialmente i più poveri. Fa che non ci dimentichiamo che il nostro ‘DNA salesiano’ sono i giovani poveri, bisognosi ed esclusi che hanno bisogno di noi e che saranno proprio loro a salvarci e a farci “uscire dalla nostra routine, dalle nostre inerzie e dalle nostre paure”.
Aiutaci a celebrare con sentimenti di profonda gratitudine il Bicentenario della tua nascita, perché sia un “anno di grazia” e di rinnovamento spirituale e pastorale perché continui a parlare al cuore degli uomini e si spinga sempre più verso “le periferie fisiche e umane della società e dei giovani”.
Preghiera ispirata dalla Strenna 2015:COME DON BOSCO, CON I GIOVANI, PER I GIOVANI!
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